Pubblicato da: pades | 22 novembre 2010

Olio novello, non fatevelo scappare

Olio di oliva
Olio di oliva

Anche quest’anno abbiamo finito la raccolta delle olive. Il tempo un po’ piovoso ci ha costretti a continue soste e ci siamo presi parecchia pioggia mettendo al riparo le olive raccolte e stendendo i teli per favorirne l’asciugatura, ma ci ha anche regalato meravigliose giornate di sole con temperature quasi primaverili. Accettare di buon grado anche questi capricci del tempo aiuta a costruire un buon rapporto con la natura, cosa inevitabile facendone noi parte. Spesso mi sono sorpreso appoggiato a una pianta a godermi il paesaggio delle colline illuminate dal sole, pensando a cosa mi perdo passando in ufficio gran parte dell’anno… e mi convinco sempre di più che immersi nella natura il nostro equilibrio e la nostra armonia migliorino, semplicemente perchè lì sono le nostre origini.

Il frantoio con spremitura a freddo ci ha restituito come sempre un ottimo olio, ricompensandoci della fatica. Il momento del primo assaggio, che avviene al momento dell’uscita del primo getto che riempie i bidoncini, è sempre pervaso da una certa trepidazione, perchè si può già capire come sarà l’olio fra uno, due mesi o fra un anno, o se potrà avere qualche temutissimo difetto (una punta di amarognolo, il raschietto in gola, un po’ di acidità). Fortunatamente è fantastico: leggero, profumato di erba e olive fresche, una bontà. Tutta questa manfrina è infatti un invito, se ne avete la possibilità, a non perdervi i sapori dell’olio appena spremuto, molto diversi da quelli che avrà fra qualche mese, quando sarà in bottiglia, più limpido e con profumi più attenuati, mentre adesso i profumi della natura sembrano ancora indomiti e scalpitanti in un cucchiaio d’olio versato su una fetta di pane integrale appena fatto, e scatena in noi il ricordo innato di migliaia di anni di tradizioni alimentari mediterranee. Di fronte a queste sensazioni non ci stupisce che l’UNESCO abbia dichiarato la dieta mediterranea patrimonio dell’Umanità.

Se passate vicino ad un frantoio in questo periodo, magari durante una gita fuori porta, non fatevi dunque scappare questa occasione, entrate e chiedete se vi vendono anche solo uno o due litri di olio extra vergine appena spremuto, e utilizzatelo per condire a crudo verdure bollite, insalate, fagioli, ceci, o superbe insalate di farro e legumi, o semplicemente su una fetta di pane appena scaldato, in un momento di relax. Questi intensi profumi fra un paio di mesi si saranno attenuati, e per risentirli dovremo aspettare fino al prossimo novembre. Sensazioni di tradizioni millenarie, di armonia con la natura e di familiarità con questi cibi, che sentiamo così profonde da farci capire di essere codificate nel nostro DNA mediterraneo grazie ai nostri avi, e quasi fanno passare in secondo piano le pur eccellenti qualità nutrizionali dell’olio extra vergine d’oliva. Chissà quante centinaia di diverse molecole concorrono a quei profumi, penso mentre lo assaggio. Ma il ricordo della questione fra cibi veri e sterile somma di nutrienti mi fa momentaneamente scacciare questi pensieri troppo scientifici…

Anche questa è macrobiotica, e in questo caso ancor più mediterranea del solito…   :-)


Risposte

  1. […] caldo di questa estate lo avesse concentrato ancora di più. Rinnoviamo più che mai il consiglio (vedi post) di andare per frantoi durante una gita fuori porta e provare l’olio novello appena spremuto. […]


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