Abbiamo finalmente iniziato una dieta naturale. Decine di ritagli di riviste, ricette e libretti informativi colorano ogni ripiano disponibile della cucina. Il frigo trabocca di verdura e frutta, i legumi borbottano nella pentola. Dopo cena: passeggiata di un’ora, a nanna presto e sveglia mattiniera per una sana e abbondante colazione. I giorni passano, i primi risultati arrivano, l’umore migliora, il peso cala, ci sentiamo meglio. Proprio nel momento più bello arrivano, come sempre, nemici e guai. Una dieta ben iniziata rischia di fallire miseramente dopo poco tempo per una serie di problemi ed errori: conoscerli può servire a prevenirli ed evitarli.
In ordine assolutamente casuale e semiserio, giusto per non fare torto a nessuno:
– Conformismo. Mangiare sano è ancora troppo “diverso” e impopolare. Provate a trovare legumi e cereali integrali nei ristoranti convenzionali: se e quando li hanno sono stantii perchè nessuno li vuole e giacciono invenduti per giorni. Se andate a pranzo con i colleghi e non prendete il solito pranzo-standard composto da bistecchina-patatine fritte-caffettino vi guardano come un alieno? Il vostro cibo viene descritto a seconda dei casi come becchime, cibo da capre, granaglie per criceti? Se prendete solo insalata o verdura vi chiedono “non stai bene”? Se nella schiscetta vedono che avete fagioli, farro, olio e timo (una delizia) vi prendono in giro per tutta la pausa pranzo? Allora siete sulla buona strada per essere “alternativi”, il che può rendervi la vita impossibile. O cambiate compagnia per pranzo o convincete anche loro.
– Disinformazione. Colpa di scuola, informazione di massa (stampa, TV), e di conseguenza etichette “furbette” che ne approfittano. Se la dieta che dobbiamo seguire dice di mangiare frutta, intende quella fresca. Idem per la verdura. Cereali significa integrali. Legumi vuol dire legumi bolliti, non crocchette fritte di soia. La pubblicità e le etichette invece, facendo leva sulla disinformazione, ci fanno credere solo quello che vogliono: ad esempio che una tortina al mirtillo (con tanto di gigantografia del frutto coinvolto) ci possa fare bene (“ricca di antiossidanti”) quando il frutto occupa solo il 3% degli ingredienti (circa due mirtilli per ogni tortina…) e il 20% è magari zucchero. Dobbiamo mangiare la frutta fresca, non poche molecole di un frutto mummificato da mesi, e non la fotografia di un’etichetta. Quasi tutti pensano che i cereali raffinati facciano bene quanto quelli integrali (a scuola non si spiega più a bambini e ragazzi la differenza), che la macedonia in barattolo equivalga alla frutta fresca, che le brioches “light” siano un toccasana. Tutta la macchina dell’informazione e della cultura non da (o non vuole dare) nozioni di scienza dell’alimentazione, così molti non sanno decifrare le etichette e pensano che il solo fatto che un alimento sia in vendita al supermercato sia garanzia che non faccia male, anzi che faccia bene. Occorre informarsi e studiare, almeno un po’, contenuti e ingredienti della nostra nuova dieta, e capirne gli scopi, pena l’inutilità della stessa.
– Superficialità. La disinformazione viene da fuori, la superficialità da noi: dobbiamo sapere la composizione di tutto quello che mangiamo, non possiamo buttar giù tutto quello che ci passa davanti. Se non sappiamo per certo quali ingredienti abbiano usato per un certo piatto o prodotto, rifiutiamolo. Leggiamo le etichette! Ad esempio, al posto di olio di oliva e burro (per risparmiare) moltissimi produttori industriali e artigianali (ma anche ristoranti e pizzerie) usano grassi idrogenati o margarina o oli vegetali a basso costo. Le membrane delle nostre cellule riceveranno quei grassi, e non ringrazieranno, e neanche le nostre arterie saranno felici: consumare senza accorgercene grassi idrogenati o trans può vanificare anche la dieta più sana. Nella nostra dieta c’è il tè verde, per gli antiossidanti? Ho visto l’etichetta di un tè verde freddo light al limone al supermercato: il secondo ingrediente dopo l’acqua erano i dolcificanti (aspartame e acesulfame-K), l’estratto di tè era lo 0.15% (!), il succo di limone lo 0.14%, e poi aromi e coloranti. In una bottiglia l’estratto di tè e il succo di limone sommano meno di un cucchiaino… Una dieta naturale non penso si riferisca a questo tipo di tè verde, e neanche a quello pronto in polvere (troppo zucchero). Il tè verde si fa con acqua bollente e foglie.
– Fretta: si pensa che mangiare sano porti via troppo tempo. In molti casi è vero il contrario: i piatti sono più semplici, e richiedono preparazioni meno elaborate e complesse. Un’insalata si prepara in pochi minuti, se la verdura è già lavata. Inoltre un’alimentazione naturale richiama anche una vita più naturale e meno frenetica: deve cambiarvi un po’ la vita. L’importante è non sostituire pasti naturali con spuntini frettolosi e insani: ne risente anche la digestione, perchè una digestione nervosa può rovinare la migliore delle diete. Una dieta naturale è per forza anche molto varia: non si può per la fretta arrivare a casa, aprire il frigo e improvvisare ricadendo sempre nel solito pasta integrale al pesto-pane-formaggio-mela. Una precisa pianificazione settimanale dei pasti (e di conseguenza della spesa) da scrivere e appendere in cucina consente di affrontare la fretta… con più calma. (Vedi anche: mancanza di tempo)
– Mancanza di tempo. Lavare insalata e ortaggi è lungo? Cuocere i legumi e i cereali integrali lunghissimo? Preparare ogni mattina la frutta fresca per il muesli estenuante? Così l’insalata mista viene sostituita con il purè precotto, il piatto di legumi con la minestra in busta, la macedonia di stagione con una banana. Non è la stessa cosa. Quello del tempo è senza dubbio un grosso problema, ma il tempo bisogna trovarlo. Mentre scrivo questo post sto cuocendo il riso integrale che useremo nei prossimi giorni per insalate fredde con i legumi. Un po’ d’acqua è già uscita dalla pentola e ha sporcato il gas. Trovare il tempo di pulirlo prima che se ne accorga la consorte: quello sì che sarà un problema…
– Pigrizia. Come la mancanza di tempo, ma questa volta il tempo ce l’avremmo, è che proprio non ce la facciamo. Solitamente la mancanza di tempo si trasforma in pigrizia nei weekend. Poi, siccome una dieta naturale deve essere sempre accompagnata da attività fisica, la pigrizia può essere un grosso problema. Ma sì… ci ripenseremo lunedì.
– Eureka! Dopo un mese di alimentazione naturale si cominciano a vedere i risultati, e capiamo che quando vogliamo abbiamo la possibilità di avere successo. Evviva! Ma a quel punto rimandiamo il seguito a tempi migliori (“ce la posso fare in qualsiasi momento, e poi è quasi Natale/Pasqua, vuoi mica continuare una dieta proprio adesso? Come faccio poi con lo zampone, il panettone farcito e il capretto?). In quel preciso momento la dieta fallisce, perchè di rimando in rimando non la faremo mai più.
– Ostracismo. Di solito la nostra dieta naturale è mal vista, nell’ordine, da: suocera, mamma, parenti di vario ordine e grado (per amici e colleghi vedi: conformismo). Le motivazioni sono le più varie: diventeremo denutriti, ci mancheranno le forze, le vitamine, le proteine, i grassi, diventeremo anoressici, ci ammaleremo. Le tecniche di contrasto vanno dal presentarsi da voi a sorpresa con teglie di lasagne, arrosti e torte giganti per la parte di famiglia che “non segue quella dieta là“, oppure invitarvi insistentemente a mangiare da loro proponendo lo stesso menu precedente. Lo fanno in buona fede, dunque vanno amati per questo, ma occorre resistere, resistere, resistere.
– Ribellione. Questa può venire dall’interno della famiglia: voi presentate una splendida zuppa o un’insalata di cereali, verdure e legumi e coniuge/figli iniziano una sommossa, ribaltano il freezer alla ricerca di un barattolo di gelato dimenticato e saccheggiano la dispensa alla ricerca di biscotti e marmellate. La strategia giusta è dare l’esempio: noi mangiamo i nostri alimenti sani e naturali e dobbiamo ostentare la migliore soddisfazione di cui siamo capaci. Gli altri seguiranno. Al piccolo non abbiamo mai vietato nulla, ha sempre potuto mangiare ciò che voleva, sia in casa che fuori, ma noi decantavamo la bontà dei nostri piatti e spiegavamo il perchè. Ora beve il tè verde senza zucchero, smania per il muesli con la frutta fresca, l’insalata la vuole senza sale, e dice che il risotto con il riso integrale è più buono di quello della scuola fatto con quello brillato. Sono soddisfazioni.
– Solo per questa volta. E’ la tipica giustificazione per uno sgarro, che poi diventa abitudine e scade nel fallimento della dieta. Bisogna stabilire quali siano le occasioni nelle quali è consentita l’eccezione. Una buona regola è: solo nelle occasioni conviviali. A casa cerchiamo di seguire la dieta stabilita. Se la nostra vita è per la maggior parte fatta di occasioni conviviali, cioè mangiamo sempre fuori casa da amici e parenti, allora ci vuole uno sforzo maggiore, ma se ogni tanto siamo a pranzo dalla zia, o un collega porta le paste in ufficio per il compleanno, è controproducente ergersi a paladini dell’alimentazione naturale e rifiutare sistematicamente ogni cosa.
Ma solo per questa volta.
Ma quanto vi ammiro!!!
Quando ho letto la voce “Ribellione” in effetti mi sono venuti in mente i primi tempi a casa mia, ma poi mi rendo conto che le cose vanno migliorando (ci vogliono anni, ma intanto migliorano quindi bisogna essere ottimisti!), l’importante è, come dici tu, mangiare con soddisfazione (e, ho appurato, anche farsi vedere gioiosi nella fase della preparazione), in questo modo anche gli altri vengono coinvolti piacevolmente e piano piano iniziano a interessarsi, poi magari fare un assaggino, e via di seguito.
E comunque sono d’accordo, parola d’ordine: resistere, resistere, resistere!!!
By: Mara on 30 giugno 2010
at 07:55
La cosa divertente è che per molti l’alimentazione naturale è… innaturale :-)
Ieri dovevamo finire il famoso riso integrale del post cotto l’altro giorno e mi sono preparato riso, ceci, olio e menta: semplicissimo e buonissimo, ma improponibile ai più e dunque introvabile in qualsiasi ristorante, se non quelli macro, forse.
Sulla preparazione coinvolgente hai pienemente ragione: da quando abbiamo coinvolto il piccolo nelle preparazioni poi le mangia con molto più gusto perchè “le ha fatte lui”.
By: pades on 30 giugno 2010
at 11:23
Mi è venuta in mente un’altra cosa, a proposito della disinformazione.
Cosa ne pensate della rivista “Cucina naturale”?
Io l’ho comprata un paio di volte e ho preso qualche rarissimo spunto, ma tutto sommato mi pare che il nome della rivista sia sviante.
C’è da dire che, paragonata ad altre riviste di cucina aberranti, probabilmente è da ammirare per avere il coraggio di proporre una dieta più equilibrata (e quantomeno propone quasi sempre ingredienti stagionali) e forse è il modo migliore per avvicinare anche i più restii a qualche accorgimento in più sull’alimentazione.
Nonostante questo, trovo che ci sia poco di “naturale” nelle ricette della rivista.
By: Mara on 30 giugno 2010
at 14:31
Non la conosco benissimo, ma la penso come te: la considero una buona rivista “d’attacco”, nel senso che se pensi allo stile alimentare di massa, con persone che non passeranno mai direttamente dalle “patatine fritte” ai “legumi tutti i giorni”, da qualche parte devono pur iniziare a dare una scossa alla dieta, e lo stile della rivista (almeno nei servizi che ho letto) è divulgativo a quel livello. Certo appena uno diventa esperto ci si trova stretto, perchè non approfondisce più di tanto il lato teorico. Per il discorso ricette, poi, abbiamo una posizione piuttosto particolare e dunque partiamo sempre prevenuti: siamo i tipi che se al ristorante ci presentano un piatto gigante con solo al centro un minuscolo mucchietto colorato e due fronzoli che volano fatti con due fili d’erba già non ci piace in partenza. Puntiamo molto di più alla sostanza che all’eccesso di forma. Ad esempio se devo mangiare i ravanelli li metto nell’insalata, non li taglio a forma di elica tipo molla per usarli come guarnizione, idem per i cetrioli: piuttosto che usarli come barchette per contenere un ripieno li metto nell’insalata. Insomma siamo molto (forse troppo) semplici, anche se poi capisco chi cerca anche il lato estetico dei piatti, ma non mi piace che sia lo scopo principale di una ricetta. Così su di me in particolare le ricette in generale lasciano un po’ il tempo che trovano. E poi ho visto che usano un po’ troppa farina bianca e zucchero, anche se poi in altri servizi dicono di usare i cereali integrali e di eliminare il saccarosio.
Comunque, come divulgazione iniziale per far passare più persone possibili ad un’alimentazione naturale è meglio di niente e meglio di altre riviste di cucina “classica” che sono, come dici tu, spesso aberranti.
By: pades on 1 luglio 2010
at 12:04
Anch’io li chiamo “fronzoli” e non li amo molto. In effetti si vede anche dalle foto sul mio blog che penso più al contenuto che alla forma, anche se a volte (soprattutto con il piccolo) mi rimprovero perché dovrei curarla un po’ di più per rendere i piatti più allettanti.
Per quanto riguarda la rivista devo dire che mi è capitato di sfogliare il numero di luglio-agosto in questo w.e. e ho trovato diverse ricette fattibili.
Chissà se alla fine dovrò ricredermi!
By: Mara on 5 luglio 2010
at 09:19
Ci hai messo curiosità sul numero di luglio-agosto: prossimo giro al Naturasì gli do un’occhiata approfondita e magari acquisto.
Qualche tempo fa con il piccolo abbiamo costruito un minuscolo trenino commestibile da mangiare come antipasto: la locomotiva era un cubetto di pecorino con un pezzo di wurstel come ciminiera, come ruote aveva dei dischetti di carota bollita tenuti con degli stuzzicadenti, i vagoni erano fatti di segmenti di sedano con le stesse ruote di carota e il carbone era del patè di olive nere. Sui vagoni presero posto olive, capperi, fettine di wurstel ecc. Si è divertito un sacco. Più fronzoli di così… però era bello colorato. :-)
By: pades on 5 luglio 2010
at 21:15
Bellissimo il trenino! A mio figlio dovrei studiare come presentargli un piatto a forma di racchettone … credo che mangerebbe qualsiasi cosa con quella forma … potrei provare con la frittata visto che non la adora, e usare sedano o carota come manico … ci ragiono un po’!
Però la prossima volta vogliamo vedere la foto del trenino!!!
By: Mara on 6 luglio 2010
at 10:27