Per chi non sopporta i post stile “pistolotto-teorico-che-palle” (io per primo, a volte) siete giustificati: saltatelo pure. Per i temerari, invece, un avviso: niente formule energetiche, chimiche o caloriche. Musica, piuttosto. Anzi, se avete sottomano la vostra canzone preferita di questo periodo è il momento giusto per accenderla.
Immaginiamo: stiamo guidando, la strada è libera, la radio accesa, o siamo comodamente seduti in poltrona, a casa. Ascoltiamo la nostra musica preferita, e ci piace un sacco. E’ in grado di farci cambiare umore, di rilassarci, di farci tornare “in pace col mondo”. Poche cose come la musica sono in grado di armonizzarci con noi stessi, indipendentemente da dove siamo. Perchè? E perchè la musica piace a tutti?
Una recente ricerca dell’Istituto San Raffaele di Milano (1) ha studiato la risposta dei neonati (di soli due giorni) alla musica. Si voleva dimostrare, e si è dimostrato, che la comprensione della musica non è dovuta all’educazione acquisita, ma è innata, cioè che il concetto di armonia (tipico della buona musica) è già insito dentro di noi. Le aree cerebrali che si attivavano nei neonati ascoltando musica classica erano le stesse di chi fa e ascolta musica da anni, ma non solo: la conferma è arrivata dal fatto che se nei brani (a loro sconosciuti) veniva inserita una dissonanza, una stonatura, i neonati se ne accorgevano, le aree interessate cambiavano, erano quelle del ragionamento, della comprensione, del dubbio.
I neonati dello studio, privi di qualsiasi schema preconcetto, sapevano distinguere un evento armonico da uno disarmonico, dunque l’idea generale di armonia, espressa da diversi elementi in sintonia fra loro e che stanno bene insieme, è nel nostro DNA.
Se vi piace il profumo dei fiori intuite che la musica è, rispetto ai suoni, come un olio essenziale, armonia sonora allo stato puro, libera dalla rumorosa polvere del mondo. La nostra musica preferita (ognuno ha la sua), in quanto espressione armonica, ci risincronizza, come un diapason, con noi stessi. Ecco perchè piace a tutti. Può accadere anche che in questo stato di rilassamento ci torni in mente una cosa che tentavamo invano di ricordare, o che ci vengano idee nuove; sarà sicuramente capitato anche a voi.
Questo perchè quando c’è armonia psico-fisica tutto funziona meglio. Il benessere psico-fisico dipende molto, a questo punto l’abbiamo capito, dall’armonia biologica presente nel nostro organismo e anche dall’armonia con l’ambiente in cui viviamo.
Quasi tutti i fenomeni fisici e biologici costruttivi si basano su ritmi periodici e simmetrie armonici. Un organismo, una molecola, un atomo che si inserisce in un contesto in equilibrio, per non essere in contrasto con esso o generare un disordine, che può essere negativo per lui e per lo stesso ambiente, cerca di sincronizzarsi con l’habitat.
Il concetto generale di armonia è così profondo nella natura che ogni organismo vivente ce l’ha codificato nei propri geni, come la ricerca del San Raffaele ha in parte dimostrato. Ovviamente l’organismo non sente l’armonia solo con l’udito ma, più o meno inconsapevolmente, anche con altri ricettori: i nostri colori preferiti con la vista, i nostri profumi più graditi con l’olfatto, e chissà in quanti altri modi cerca l’armonia con l’ambiente che lo circonda.
L’apparato digerente è riccamente innervato e ricchissimo di ricettori chimici. Il loro numero e la loro varietà si sono evoluti nel corso dei millenni in base al cibo e all’ambiente, e sono in grado di sentire l’armonia e la sintonia degli alimenti (che sono l’ambiente che entra letteralmente dentro di noi) con l’idea di cibo ereditata dagli avi e codificata nel DNA. E siccome nell’organismo tutto è connesso si creano un confronto e una ricerca di armonia continui fra il cibo, il corpo e l’ambiente in cui viviamo. Eccolo, direte voi, è li che voleva arrivare!
Lo ammetto, ma ora diventa più facile capire perchè il cibo più naturale sia quello più adatto al nostro organismo.
Essendo più vicino alla natura, meno scomposto e ricomposto, meno manipolato, meno snaturato, meno impoverito, con meno passaggi possibili dall’ambiente al nostro organismo è quello più armonico ed equilibrato per noi, come una buona musica ci rilassa di più di un martello pneumatico.
E dunque? Tutta questa bella tiritera come la applichiamo? Ohsawa diceva: “La teoria senza tecnica è inutile, la tecnica senza teoria pericolosa”. Qual è il cibo che va bene, allora?
Ovviamente dobbiamo conciliare questi bei princìpi con la vita di tutti i giorni e le esigenze di raccolta e conservazione degli alimenti, ma cerchiamo di scegliere, dove possibile, i cibi più vicini alla natura, e quindi più semplici. Ad esempio per una pizza è più naturale la farina integrale piuttosto che quella bianca “00”. Meglio il dolce naturale della frutta che quello imitato aggiungendo saccarosio e aromi in un succo di frutta con più acqua che frutta, meglio il riso o il farro integrali che brillati, meglio un piatto di ceci che una crocchetta di soia, meglio un minestrone di verdure che un dado vegetale. Più i cibi sono vicini alla loro forma originale in natura più sono in sintonia con l’ambiente e ci consentono di integrarci meglio con esso. Un alimento è anche più in armonia con noi e con l’ambiente in cui viviamo se è della nostra area geografica e stagionale. Se mangiamo un cibo poco naturale il nostro organismo si renderà conto che è un cibo “diverso”. Sarà una sensazione impercettibile, senza particolari conseguenze, ma una serie continua di piccole, piccolissime disarmonie alla lunga ci può creare malesseri (psicologici e blandi prima, fisici alla lunga). Niente di colossale, intendiamoci, ma come chiunque è infastidito (anche un neonato) da una piccolissima stonatura in una canzone, cosa provocano tante piccole “stonature” fisiologiche e ambientali, ripetute per anni, al nostro organismo? Una similitudine: sappiamo bene quanto i piccoli ripetuti stress della vita moderna ci creino malessere. Anche un’alimentazione sbagliata è un continuo stress, non solo per l’apparato digerente.
Volendo tirare le somme, la ricerca del San Raffaele ci aiuta a sostenere che la preferenza per l’alimentazione naturale non è un vezzo culturale, ma un’esigenza innata perchè più armonica con noi e l’ambiente. Semmai si può dire che la moderna, sbagliata, (sotto)cultura alimentare inquina questa naturale predisposizione. Le conseguenze si vedono.
Comunque, a parte il cibo, ora che arriva la bella stagione, cercate un angolo di natura incontaminato (un parco naturale, un prato fiorito, un bosco, il mare, un lago), sedetevi lì per un’oretta, osservate ed ascoltate la natura: è da lì che veniamo. Dopo esservi rilassati (“riarmonizzati”…) chiedetevi se vi attira di più un sacchetto di salatini all’aroma (artificiale) di formaggio o una mela.
Anche questa, soprattutto questa, è macrobiotica.
(1) “Functional specialization for music processing in the human newborn brain.” 2010, D. Perani e altri – Istituto San Raffaele, Milano
Ciao molto bello il tuo blog! Complimenti soprattutto per l’articolo sui grassi riportati in etichetta! Magnifico ;)
By: spighetta on 11 Maggio 2010
at 12:37
Grazie Spighetta, conosco bene il tuo blog che seguo da tempo: le tue ricette sono ottime!
By: pades on 11 Maggio 2010
at 15:15