
Colazione
La colazione che molti credono “all’italiana” basata sull’orrendo abbinamento caffè-cornetto (troppo spesso con troppi zuccheri semplici, troppi grassi saturi e trans, farine troppo raffinate) in realtà di italiano non ha niente. Basta chiedere a chi ha qualche anno più di noi e si scopre che la vera colazione all’italiana di chi lavorava sodo era abbondante ed energetica, e l’energia doveva durare molte ore, fino al pranzo (si faceva colazione all’alba).
Dunque niente zuccheri semplici che durano il tempo di uno sbadiglio, ma cereali (pane, focacce, torte rustiche) con carboidrati a lenta assimilazione, e spesso gli avanzi del giorno precedente, o quello che si aveva a disposizione (latte, frutta, formaggio) secondo la stagione. Insomma, un pasto vero e proprio.
D’estate in vacanza, quando ero piccolo, ero meravigliato da mio nonno. Lavorava la terra ancora con i buoi (il trattore arrivò alla fine degli anni settanta), e a colazione mangiava come a pranzo: l’insalata di pomodori con due fette di pane o la verdura o il minestrone avanzati dalla sera prima, formaggio, e se una mucca aveva il vitello anche il latte appena munto (che a noi bambini non piaceva, ma non sapevo cosa mi perdevo).
L’esigenza di avere energia da spendere nel lavoro fin dalla mattina presto era ovviamente diffusa in tutte le popolazioni e in tutte le culture da millenni, ma ha avuto un brusco calo nella società moderna dove il lavoro fisico è meno intenso, e anzi la sedentarietà rende superflue gran parte delle calorie assunte durante la giornata. Tuttavia i ritmi circadiani (giorno-notte) che il nostro organismo è geneticamente predisposto a seguire fanno sì che al mattino appena svegli il metabolismo sia in accelerazione, e dunque tutto quello che mangiamo a colazione viene assimilato con più efficienza e ha molte più probabilità di essere consumato nelle normali attività quotidiane, piuttosto che venire assimilato in tessuto adiposo come succede ai cibi consumati in abbondanza ad esempio alla sera. Dopo cena l’organismo rallenta il metabolismo per favorire il riposo notturno e i nutrienti in eccesso vengono convertiti in grasso, che a questo punto è molto più difficile smaltire. La sedentarietà e il lavoro (fortunatamente) meno massacrante inducono la sensazione di avere meno bisogno di un pasto abbondante appena svegli, e porta molte persone a cadere nel già citato caffè-cornetto, o peggio nel “prendo solo un caffè che non ho fame”. Questo però porta ad una fame feroce a pranzo (dopo 15-16 ore di quasi digiuno), in cui si tende poi ad esagerare con le calorie e, se si mangia fuori casa, con alimenti di dubbia qualità. Ne riparleremo nei post su pranzo e cena, ma il discorso serve a sottolineare che biologicamente la colazione è il pasto dove è più corretto mangiare abbondantemente, e se consumato in famiglia, in compagnia e in un ambiente rilassante e confortevole dà un impulso fenomenale al buon umore e alla giornata che sta per iniziare, rendendoci più attivi e bendisposti. Molti recenti studi hanno “riscoperto” questa antica verità e affermano che la colazione è il pasto più importante della giornata, per l’impatto che ha nel dare la sveglia al metabolismo e per l’assimililazione più efficiente dei nutrienti. Ecco perchè si sente anche dire spesso che i cibi dolci sono più indicati a colazione piuttosto che nel resto della giornata: gli zuccheri saranno smaltiti più facilmente. Ovviamente per poter fare colazione in queste condizioni abbiamo bisogno di tempo, e questo deve portarci a riconsiderare (il più delle volte con risvolti molto positivi) l’organizzazione della sveglia mattutina e dell’ora in cui si va a dormire.
Per una colazione di un giorno normale, fra la preparazione e la colazione vera e propria, noi impieghiamo circa un’ora. Il risveglio non deve essere frenetico e nervoso, o la giornata ne risentirà negativamente.
Gli alimenti ideali da consumare al mattino sono principalmente i cereali integrali (pane integrale, cereali in fiocchi, torte rustiche dolci o salate, biscotti), e poi la frutta, il tè (verde o nero), il caffè, il latte, lo yogurt. Con il pane integrale, senza esagerare, si possono consumare marmellata, miele o formaggio. Per chi lo gradisce non è male anche un uovo (senza bacon o affettati vari!). I cereali integrali sono importanti per la presenza di carboidrati a lenta assimilazione, che ci daranno energia fino a pranzo. Il resto concorre a dare un aspetto piacevole alla colazione, assecondando i gusti di ognuno. Ovviamente la zuccheriera è bandita (la nostra è finita nella dispensa a contenere bustine di zafferano…), non aggiungiamo zucchero a nulla, neanchè a tè e caffè. Gli unici zuccheri che ci concediamo sono nei biscotti, non di tipo industriale e spesso integrali (i negozi di alimentazione naturale ne hanno di ogni tipo, ma occhio a etichette e prezzi) e a volte nello yogurt alla frutta già pronto. Le torte solitamente le dolcifichiamo con frutta fresca o essicata.

Fiocchi d'avena
Un alimento che ci accompagna da anni e che non ci annoia mai è il muesli. Come colazione faceva già parte della cultura alimentare di pastori e contadini mittel-europei, e fu poi ripreso (inizialmente a scopi terapeutici) nei primi anni del ‘900 da Maximilian Bircher-Benner, un medico svizzero che lo rese famoso dopo averne intuito la perfetta armonia fra salubrità, capacità nutritive e gusto. La colazione di contadini e pastori era composta da cereali di vario tipo ammorbiditi nel latte con l’aggiunta di quello che offriva la stagione, dalla frutta fresca o secca alle noci, nocciole o altri semi oleosi, magari con un po’ di miele.
Ne risultava una zuppa dal sapore dolciastro, estremamente nutriente e sana per la presenza di cereali integrali praticamente crudi, semi oleosi e frutta. Bircher-Benner ne studiò la composizione e propose una sua ricetta terapeutica (il suo scopo era un alimento per la convalescenza dei malati) chiamandolo birchermüesli, che poi divenne famoso in tutto il mondo semplicemente come muesli. I fiocchi di avena e di farro venivano lasciati in ammollo tutta la notte in acqua, poi la poltiglia veniva arricchita con latte condensato, miele, succo di limone, noci e mele tritate. Al giorno d’oggi il muesli è più vario negli ingredienti e nella preparazione, ma l’idea è sempre la stessa: consentire di mangiare cereali integrali praticamente crudi, con tutto il corredo di carboidrati, proteine, vitamine, antiossidanti e fibre. I fiocchi si trovano in commercio sia già mescolati (solitamente avena, farro, orzo, frumento, riso) che separatamente (consentendo di creare le proporzioni che più ci piacciono e di cambiarle ogni tanto) nei negozi di alimentazione naturale. Finora non ho trovato nessun muesli di qualità fra quelli in vendita nei supermercati e prodotti dalle più note aziende di cereali per colazione: chissà per quale motivo aggiungono zuccheri e grassi che rovinano tutto. Nei negozi di alimentazione naturale, invece, si trovano muesli già pronti di buona qualità, ma ultimamente preferiamo acquistare i fiocchi separatamente e comporlo da noi, per evitare la presenza di eccessiva frutta essicata (uvetta, fichi, albicocche) e semi poco masticabili (semi di lino, grano saraceno). Si trovano facilmente gli indispensabili fiocchi di avena, e poi di frumento, di farro, di segale, di riso, di kamut. Tutti integrali, biologici e prodotti dalle varie aziende naturali semplicemente mettendo a bagno i chicchi interi per ammorbidirli e passandoli poi fra rulli roventi per schiacciarli. Il costo dei fiocchi acquistati separatamente è spesso inferiore a quello del muesli già pronto. L’ammollo neutralizza (se abbastanza lungo e in ambiente acidulo) parte dell’acido fitico presente nella crusca dei cereali, rendendoli meno ladri di minerali, mentre i rulli roventi caramellizzano parte degli amidi più esterni dando ai cereali un sapore dolciastro. Nel caso dell’orzo a volte si può anche sentire il profumo tipico dell’omonimo caffè. Il cereale più importante rimane comunque l’avena, ricco di proteine, molto energetico e dal sapore delizioso, con fiocchi morbidi e molto digeribili anche dai bambini. E’ di origine europea, e dunque estremamente radicato nella nostra alimentazione e nella nostra area geografica. Le prime selezioni da parte dell’uomo risalgono a più di 4500 anni fa. Che l’avena generi “calore” e sia controindicata in estate è un errore di egocentrismo della macrobiotica orientaleggiante, dovuto forse all’origine europea di questo cereale, ma per noi italiani è perfetta in ogni occasione.
Oltre ai fiocchi di cereali aggiungiamo anche semi soffiati di miglio, amaranto, quinoa, orzo, kamut che rendono l’insieme più voluminoso e saziante. Anche i soffiati si trovano nei negozi di alimentazione naturale a costi molto bassi. Poi, a seconda della disponibilità, un cucchiaino di semi di girasole o di zucca, noci, nocciole, mandorle. A tutto questo aggiungiamo, alternandoli spesso durante l’anno, yogurt (anche alla frutta), o latte freddo, latte fermentato con probiotici (se ne trovano molti tipi al supermercato), latte di cereali (avena, riso, farro) o di mandorla (una mia passione), succhi di frutta non zuccherati. In questo modo in pochi minuti i fiocchi diventano morbidi, e sopra aggiungiamo abbondante frutta fresca a tocchetti preparata sul momento, seguendo le stagioni: mele, pere, kiwi, uva in autunno/inverno, pesche, albicocche, mirtilli, more, fragole, prugne, ciliegie, fichi in primavera/estate.
Dovendo preparare questo post ho fotografato il muesli di stamattina:

Frutta per muesli

Muesli
Sotto c’era yogurt intero naturale, poi uno strato di cereali, frutta e qualche altro fiocco di cereali e semi di girasole sopra.
Sulle quantità, ora che ci penso, non ci siamo mai posti particolari limiti. I cereali li dosiamo a occhio, sulla frutta abbondiamo. A proposito di questo anzi, per dovere di cronaca, riportiamo che esiste uno studio dell’INRAN (Istituto Nazionale Ricerca Alimenti Nutrizione) che ha sperimentato su volontari un’inattivazione da parte del latte di alcuni antiossidanti della frutta (la ricerca parlava di mirtilli e polifenoli), se consumati insieme (un po’ come l’acido fitico della crusca dei cereali che ruba parte dei minerali). Un buon motivo dunque per abbondare con la frutta e per alternare spesso il liquido con cui ammorbidire i cereali.
Tenete presente che la ciotola della foto tiene poco più di mezzo litro.
A seguire, una tazza di tè verde (ricco di antiossidanti) o nero speziato (come il tè natalizio con cannella e agrumi), assolutamente senza zucchero, con pochi biscotti, se possibile integrali e stando attenti agli ingredienti (pochi grassi saturi, assolutamente vietati i grassi trans, o idrogenati, tipo la margarina). Quando capita, una fettina di torta (di produzione casalinga, con pochissimi zuccheri), o raramente in inverno un po’ di marmellata fatta in casa su pane integrale o fette biscottate.
Con una colazione del genere arriviamo tranquillamente fino all’ora di pranzo senza sentire fame e ci permette un pranzo leggero.
Durante i weekend o in vacanza, poi, quando non ci sono l’ufficio e la scuola a dettare i tempi, la colazione può essere più rilassata e ancora più varia.
Riprendendo l’argomento di qualche post fa su come e quando cominciare a cambiare la nostra alimentazione, la colazione può essere un ottimo punto di partenza: non è fuori casa dunque è più controllabile come ingredienti e preparazione, e inoltre influenza positivamente anche il pranzo. E’ un modo perfetto per cominciare a introdurre i cereali integrali nella dieta e per aumentare le porzioni giornaliere di frutta.
Complimenti per l’articolo! Penso che la colazione sia il pasto più importante! Tuttavia, permettimi di dissentire, penso sia sbagliato bere il caffè (troppo yin), così come sia sbagliato il latte, e lo yogurt (a meno che non sia yogurt bianco naturlale non zuccherato, l’unico prodotto interessante lattiero caseario). Meglio un caffè d’orzo, e come hai detto giustamente te cereali integrali, semi oleosi. Attenzione a consigliare le torte: se in queste torte c’è lo zucchero bianco, come accade sempre nelle torte fatte nelle case italiane, ricadiamo nel pericolo di zuccheri raffinati semplici con tutto il danno che questi provocano nel nostro organismo. Meglio quindi torte fatte usando come dolcificante del succo di mela o dello sciroppo d’acero o succo d’agave.
By: stefano on 21 giugno 2011
at 17:07
Grazie Stefano, ma ritengo tu non abbia letto gli altri post, altrimenti sapresti che lo zucchero bianco non lo usiamo mai, e le torte rustiche a cui mi riferisco sono dolcificate con frutta o al massimo, e non sempre, con un po’ di moscovado. Sui latticini possiamo discuterne per giorni ma non mi smuovo: nel bacino del mediterraneo si consumano da migliaia di anni e nutrizionalmente, all’interno di una dieta naturale, non è detto che debbano essere esclusi a priori. Altra cosa sono i gusti o gli aspetti etici riguardo gli allevamenti intensivi, che spesso producono oltretutto latticini di pessima qualità (e qui sta il vero problema).
Ciao.
By: pades on 21 giugno 2011
at 22:07
Ciao, scusami, avevo letto solo questo articolo e non conoscevo il blog, ora lo sto leggendo anche altri articoli e lo trovo molto interessante. Come dici te le torte devono essere rustiche con farine non raffinate, e dolcificanti naturali evitando ovviamente lo zucchero bianco. Per quanto riguarda il latte le opinioni e i risultati del Wcrf sono molto contradditori e confusi: si parla di una forte evidenza come causa del tumore alla prostata, ma anche di protezione al tumore allo stomaco. Non c’è ancora chiarezza. Una cosa è certa e scientificamente dimostrata: non apportano alcun beneficio in termini di calcio e quindi alle ossa, anzi! Il latte faceva parte della dieta mediterranea tradizionale ma come concorderai con me quello era vero latte, mica quello che troviamo ora al supermercato di quelle due grosse aziende (una di Parma e l’altra di Bologna) fatto da mucche che l’erba non l’hanno probabilmente mai vista.
Inoltre volevo chiederti se secondo te il latte, in una dieta macrobiotica tradizionale, è da consumare ogni giorno o fare un consumo saltuario (una volta alla settimana).
Infine volevo un tuo commento sul caffè dato che lo ha inserito nell’articolo. Il caffè è troppo Yin secondo me. Ieri ho comprato al naturasì dell’orzomondo macinato che, nei libri di macrobiotica, viene consigliato per un consumo abituale. Mia mamma, una signora di 70 anni abituata a mangiare male come quasi tutti gli italiani, appena ha visto la confezione mi ha detto che l’orzo le ricordava la colazione che faceva quando era bambina (anni Quaranta) e a colazione non si beveva il caffè (troppo costoso!) ma un te di orzo tostato in casa. Quella era la colazione che si faceva in Emilia, e poi come ho letto anche nel tuo blog anche gli avanzi della sera prima, una colazione abbondante quindi perchè c’era da lavorare sodo nei campi. Per cui mi è sembrato un po’ eccessivo mettere il caffè nella colazione macrobiotica tradizionale.
Saluti
Stefano
By: stefano on 22 giugno 2011
at 09:16
Sì è vero, i risultati sono ancora nebulosi, ma le ricerche più puntuali stanno dando indicazioni più precise: non sarebbero i latticini come alimento in sè legati ai tumori della prostata ma ed esempio eccessivi livelli di calcio (difficilmente raggiungibili con l’alimentazione naturale, ma con supplementazioni maldestre sì), mentre risulterebbero (sempre epidemiologicamente) ben più protettivi per il colon (non mi ricordavo lo stomaco, ma indagherò). Molte ricerche fatte in passato che legavano i latticini ad aumentato rischio di cancro erano inquinate probabilmente da eccessi provenienti da altre fonti alimentari (carne soprattutto, ma anche zuccheri e carboidrati raffinati) nei soggetti esaminati. Se pensi alla dieta occidentale tipo americano ti rendi conto dell’eccesso di grassi e proteine che c’è anche senza latte e formaggi, i quali per di più sono consumati pure loro in eccesso… Riguardo il beneficio per le ossa: lo apportano eccome se la dieta che li circonda è ben bilanciata. Sto giusto preparando un post su questo; sapendo che sono le proteine in eccesso ad erodere le ossa (acidosi), non si possono accusare i latticini se si mangia anche la carne ad esempio… E dire che il latte è troppo grasso con il suo misero 3,5% di grassi, poi… Insomma come ti dicevo il discorso è lungo. Concordo con te su un fatto: il problema è assolutamente su come vengono prodotti i latticini al giorno d’oggi e sul loro consumo eccessivo.
Riguardo il consumo di latte ti dico cosa faccio io: più o meno 1 o 2 yogurt (o un bicchiere di latte in alternativa) e 25-30 grammi di formaggio (conosci le dimensioni dei panetti di lievito di birra? Più o meno quel volume lì) praticamente tutti i giorni. Tieni presente che non mangio praticamente mai carne. Ti faccio notare che la nostra macrobiotica mediterranea non ha niente a che fare con quella orientaleggiante stile Ohsawa-Kushi, dunque non è confrontabile.
Riguardo il caffè: era nella lista di quello che “si può” consumare a colazione, non che “si deve”. Ogni tanto per variare, insomma. Personalmente se a colazione mangio latte lo prendo con il caffè d’orzo e pane integrale a lievitazione naturale. Il caffè lo consumo si e no uno alla settimana la domenica (ma non sempre) o di rado a colazione se voglio cambiare un po’ i sapori (l’ultima volta che lo ricordo era ad aprile, due mesi fa). Diciamo che in un mese ne berrò tre al massimo… Nel post parlo anche di marmellate ad esempio, ma sono circa tre mesi che non ne mangio. Biscotti e torte rustiche li ho mangiati l’ultima volta a colazione un mesetto fa. Consumi sporadici, insomma, non tutti i giorni (se no che colazione pantagruelica sarebbe???). La base giornaliera invece rimane da anni l’abbondante muesli con la frutta.
L’orzo che sto consumando adesso l’ho preso anche io al Naturasì, mi pare sia dell’Alce Nero, e lo trovo molto molto buono (e nel latte piace molto anche al bimbo). Quello che racconti di tua mamma mi da’ lo spunto per ribadire questo: con la varietà e qualità di alimenti che possiamo, fortunatamente, permetterci al giorno d’oggi, basterebbe mangiare naturale, vario e soprattutto poco e noi Italiani potremmo essere uno dei popoli più sani al mondo. Come mi raccontano anche i miei genitori, in quegli anni il problema grosso era trovare da mangiare…
Ciao.
By: pades on 22 giugno 2011
at 13:18
Eccezionale tutto quello che ho letto in questo blog… complimenti!!!! non si finisce mai di imparare… ;-)
Saluti,
Cristina.
By: Cristina on 10 giugno 2012
at 21:49
Grazie!
Ciao.
By: pades on 11 giugno 2012
at 22:02
Dopo anni di colazioni molto insoddisfacenti e molto poco sane, la scorsa estate grazie a questo articolo ho cambiato completamente abitudini provando per la prima volta la frutta con fiocchi di avena e kefir/latte/succo. Una scoperta unica, consistenza e leggerezza allo stesso tempo, dei fiocchi di avena in particolare non potro’ piu’ fare a meno! Grazie!
By: Claudia on 9 marzo 2015
at 02:50
Grazie Claudia e benvenuta!
Ti dirò che molti anni fa anche noi ne abbiamo provate diverse, ma da quasi vent’anni a questa parte non abbiamo più cambiato. Anche mia moglie, che solitamente non ama la routine alimentare, non vuole più abbandonare questa colazione che trova perfetta per sazietà e soddisfazione.
Ciao.
By: pades on 9 marzo 2015
at 21:41
ciao :)
penso che commenterò più di un tuo articolo per chiederti qualcosa…
a me personalmente piace molto quella che chiamano “granola”, e che ho fatto anche io in casa. Uso principalmente avena e riso soffiato, dal momento che sto evitando il glutine, e ci aggiungo noci, nocciole, mandorle, acqua, un pochino di miele o sciroppo di riso o di acero e a volte un pochino di olio di cocco, e poi passo in forno per tostare il tutto. Diciamo che i fiocchi di avena così mi piacciono molto di più. Dopo la tostatura metto in barattolo di vetro e ci aggiungo anche un po’ di frutta secca. Consumo questa granola con latte vegetale (sono intollerante al lattosio)
By: elisa on 24 luglio 2015
at 00:32
Ciao,
se i fiocchi al naturale non ti piacciono troppo (all’inizio, decenni fa, neanche a me, poi i gusti si cambiano e “ti” cambiano) va bene la granola, con la sola attenzione a non esagerare con gli zuccheri aggiunti (miele, sciroppi, ecc.). Se te la produci da te puoi controllare l’aggiunta, quelli “industriali” li trovo stradolci.
By: pades on 24 luglio 2015
at 09:34
sorry ho inviato senza finire :)
la domanda era: dal momento che i fiocchi al naturale e ammollati non è che mi facciano impazzire (tostati sono molto più profumati e buoni), la granola come più o meno l’ho descritta va bene lo stesso secondo te? ovviamente aggiungendo anche della frutta fresca o magari mangiandola prima o dopo… che ne pensi?
By: elisa on 24 luglio 2015
at 00:37
no in effetti nella granola di zuccheri ne metto pochi, se ne mette un po’ sciolto nell’acqua per “legare” i fiocchi.
non sto comprando più nulla di industriale.
ai fiocchi di quinoa e di altri cereali senza glutine non avevo pensato, li inserirò nella prossima spesa.
continuo a curiosare tra i tuoi articoli, mi vedrai spuntare da qualche altra parte con qualche altra domanda :)
ciao e grazie
By: elisa on 24 luglio 2015
at 17:08
Complimentoni per la qualita’ dei post. Uno dei pochi che spiega perche’ scrive quello che scrive e che permette a chi cerca di usare il cervello di continuare ad usarlo, analizzando criticamente quello che legge… e poi risponde a tutte le domande. Impressionante
Avrei una domanda: alcune filosofie alimentari (tipo Ayurvedica) sostengono di mangiare la frutta separata dal resto e separata per tipologia (secca, dolce, semi-acida ecc). Come la pensa a riguardo (nelle foto si vede che non segue questo principio)?
Altra domanda: nei supermercati naturali ho trovato i muesli della “barnhouse”. Li conosce? Se si, come li considera (mi risponda pure privatamente se non vuole fare pubblicita’)
Grazie di ogni risposta.
Carlo
By: Carlo (Italy) on 8 marzo 2016
at 18:40
Grazie Carlo e benvento. Non esiste motivo per dissociare la frutta dagli altri alimenti, anzi. Due motivi che mi vengono in mente (ma non sono i soli) che consigliano di mangiarla ai pasti sono ad esempio che i loro antiossidanti hanno possibilità di agire subito e in loco durante la digestione degli altri cibi e che grassi e fibre del resto del pasto modulano l’assorbimento del loro pur modesto contenuto di zuccheri semplici tenendo a bada la glicemia. Ma va benissimo consumare frutta anche come spuntino. Pensa all’alimentazione degi animali in natura (primati in primis, anche se il loro intestino non è proprio come il nostro): mangiano la frutta quando la trovano, da sola o insieme ad altro, come capita. L’apparato digerente (anche il nostro) si è evoluto per non farsi troppi problemi di associazioni o dissociazioni.
Riguardo i muesli Barnhouse li conosco, sì. Preferisco però compormi i muesli partendo dai fiocchi separati (in questi giorni ho mescolato avena, farro, segale) e aggiungo con varietà direi casuale fruttini secchi come oggi ad es. uva passa, mirtilli secchi neri e rossi, goji, tutti trovati un po’ al Naturasì un po’ all’Esselunga in sacchettini separati, poi li mischio io). Leggi bene gli ingredienti, perché mi pare che in tutta la linea Barnhouse in vendita in Italia usino i non indispensabli sciroppo di glucosio ed olio di palma per ottenere l’effetto croccante (anche nei muesli semplici), a meno che non abbiano cambiato ricette da poco.
By: pades on 9 marzo 2016
at 11:50
ciao pades, tutto bene?
che ne pensi dei cereali soffiati, quinoa, amaranto, riso e grano saraceno?
ne ho comprato qualche busta bio. quelli si consumano così vero? un po’ di latte vegetale, frutta secca, semi e via.
ciao
By: elisa on 9 marzo 2016
at 12:17
Ciao, sì grazie tutto benissimo.
Sì, i cereali soffiati si consumano così, senza eccessivo ammollo se no diventano poltiglia. :-)
By: pades on 9 marzo 2016
at 17:45
Il motivo che conosco io e’ che in tal modo gli zuccheri della frutta non vengono rallentati nel tratto intestinale dai cibi a digestione piu’ lunga, fermentando e provocando meteorismo (sintomo di mal’assorbimento); anche le assiciazioni per categoria di frutta sono dettate dai fatto che gli enzimi digestivi che hanno sono diversi per caregoria e possono cozzare tra loro, provocando lento assorbimento ed ancora meteorismo (come in pratica sostiene Valdo Vaccaro)
A proposito di meteorismo: una domanda che tutti pensano ma nessuno fa: un po’ di fermentazione intestinale e’ una cosa naturale in quanto strumento di digestione di alcune sostanze nella parte finale del ns apparato digerente (che credo sia così lungo proprio perché ogni tratto fa la sua parte e diventare onnivori ci ha fatto diventare quello che siamo sulla terra, nel bene e nel male), ma c’e’ un modo per distinguere quella buona da quella cattiva (od eccessiva)? Ho letto che circa 15 o 20 “emissioni” al giorno, senza crampi o sensazione di gonfiore, sono da considerarsi normali.
Tu hai dei commenti a riguardo – non sentirti però obbligato :-D
Cordialmente,
Carlo
By: Carlo on 10 marzo 2016
at 18:51
Il motivo di fondo del meteorismo da fermentazione di zuccheri (siano essi il lattosio, quelli dei legumi, quelli della frutta ecc.) è che fermentano quelli che non vengono digeriti e passano così come sono nei tratti distali dell’intestino (finale del tenue e colon). Lì il microbiota gli salta addosso, li fermenta ed ecco fatto: gas. Ci sono dunque vari fattori: mancano alcuni enzimi per digerire certi zuccheri (lattasi/lattosio), passano troppo velocemente nel tenue (un singolo alimento e/o suo eccesso, che non si riesce a digerire totalmente subito – troppa frutta, legumi, certi carboidrati, fibre -), microbiota non in regola (disbiosi). Generalmente in tutto questo la dissociazione alimentare peggiora la situazione, non la migliora.
Come distinguere la fermentazione buona da quella cattiva? Quella buona non dà fastidio, né come senso di gonfiore, né come crampi più o meno dolorosi, né come odore eccessivo. Sì, una quota di fermentazione fisiologica ci deve essere. È grazie a quella che le fibre fermentate ci portano ad esempio acidi grassi a catena corta protettivi e utili al metabolismo. In pratica il microbiota vive fermentando parte di quello che mangiamo apportando sostanze che il nostro organismo ha imparato a sfruttare con l’evoluzione.
By: pades on 11 marzo 2016
at 16:31