Pubblicato da: pades | 16 marzo 2009

Ma da dove comincio?

Dopo vent’anni di esperienza direi: da dove sei ora. Io ad esempio cominciai nel modo sbagliato. Lessi un gran numero di libri (internet era solo all’inizio, da lì non venne alcun aiuto…), mi appassionai di tecniche e ingredienti soprattutto della corrente Ohsawa-Kushi e tentai un passaggio brusco da un’alimentazione standard a quella macrobiotica. L’impatto con la zuppa di miso non fu facile, per non parlare del tofu secco… L’unica cosa che ricordo con piacere era il riso integrale con il tamari, che mi piace molto ancora oggi, nonostante il tamari sia un’eccezione, ormai.

Cominciare da dove sei ora significa che la cosa migliore è cominciare gradualmente a cambiare gli aspetti più importanti, e poi piano piano passare ai dettagli. Il bello è che con l’alimentazione sconsiderata che la maggior parte delle persone segue oggi, anche solo questi primi gradini portano enormi benefici.

Mi rendo conto che parlare di gradini successivi possa far pensare ai dieci livelli di dieta macrobiotica stile Ohsawa: bene, togliamocelo dalla testa, non è quello che intendo. Giusto per raccontare un po’ di storia, Ohsawa raccomandava una progressione su dieci livelli (da -3 a 7) durante i quali andavano via via tolti gli alimenti più squilibrati (il concetto di equilibrio – o come preferisco io di “armonia” – è uno dei più importanti della macrobiotica) fino ad arrivare ad una dieta di soli cereali integrali, secondo una tabella di questo tipo:

 

Livello Cereali Verdure  legumi Zuppe Cibi animali Frutta Dolci Bevande
7 100% Solo se assetati
6 90% 15% idem
5 80% 25% idem
4 70% 25% 5% idem
3 60% 35% 5% idem
2 50% 35% 5% 10% idem
1 40% 35% 5% 20% idem
-1 30% 35% 5% 20% 10% idem
-2 20% 35% 5% 25% 10% 5% idem
-3 10% 35% 5% 30% 15% 5% idem

 

E’ evidente che una dieta di livello 7 è quasi da asceti, praticamente impossibile da seguire per la maggior parte delle persone con una vita normale, sia per motivi nutrizionali che pratici (anche se molti la consigliano ad esempio in caso di malattia per le sue proprietà curative, e posso essere d’accordo per brevissimi periodi).
Io penso che dobbiamo avere come obbiettivo una dieta che serpeggi fra il livello -1 e 2, ma non mi trovo a mio agio in questa tabella e dunque non ne terrò conto. Per ricavare una giusta proporzione fra gli alimenti dobbiamo pensare a cosa si armonizza di più con la nostra fisiologia (come è fatto il nostro apparato digerente e quali sostanze servono al nostro organismo per la vita che facciamo) ma tutti questi argomenti li affronteremo andando avanti.
Mi rendo conto che questo post sta diventando la presentazione di quello che tratteremo nei prossimi, dunque tagliamo e vediamo quali furono gli aspetti più importanti su cui, dopo il problematico inizio, cominciai a lavorare.

  • Ridurre gli alimenti troppo raffinati o elaborati (pane bianco, pasta bianca, farina bianca, cibi industriali, precotti…) e aumentare quelli integrali.
  • Ridurre moltissimo la carne, soprattutto bovina e suina e aumentare legumi,  frutta e verdura freschi e di stagione (per un paio d’anni fui felicemente lacto-ovo-vegetariano totale).
  • Ridurre fino quasi all’eliminazione lo zucchero (su questo feci un esperimento di cui parlerò: non mangiai zucchero raffinato per quattro anni, neanche alimenti che lo contenevano).
  • Ridurre drasticamente il sale (in pratica divieto assoluto di aggiungere il sale a tavola e diminuirlo durante la preparazione dei piatti). Adesso in famiglia cuciniamo praticamente senza aggiungere sale.

Sembrano ovvietà, ma questi obbiettivi mi costarono mesi di fatica. D’altro canto posero le basi (solide) per i miglioramenti successivi e furono fonte di enormi soddisfazioni.


Risposte

  1. Sono ansioso di conoscere i risultati dell’esperienza sulla astensione dallo zucchero…

    • A parte i risvolti salutari, il risultato sul gusto è che ora faccio molta fatica a mangiare dolci e dolciumi senza trovarli spesso stucchevoli, trovo che in molti cibi, ricette e preparazioni lo zucchero sia usato a sproposito, trovo imbevibili le bibite dolcificate. Ti rendi conto che il gusto troppo dolce copre tutti gli altri gusti, e cose del genere. Per apprezzare il cambiamento dovresti provare per almeno un mese. Stessa cosa con il sale, se ti può interessare.

  2. Buongiorno,
    sto cominciando adesso, da completo ignorante, ad approfondire i temi della macrobiotica cominciando ad avere i miei problemi di corretta alimentazione con mia figlia quattrenne.
    Ho cominciato con gli insegnamenti preziosi di Carlo Petrini (Terra Madre/Slow Food) ma devo dire che posso considerarmi “folgorato sulla via di Damasco” dopo aver cominciato a leggere Michio Kushi (Il nuovo libro della macrobiotica)

    Per cui son veramente curioso e quasi divertito nel leggere di questo suo cammino, per certi versi simile, di vent’anni addietro…
    Son molto curioso e interessato, a questo punto, di conoscere di questa “via mediterranea” alla macrobiotica!
    Complimenti per la chiarezza e la sintesi
    RC

    • Grazie RC. Mi raccomando leggendo Kushi di applicare il tuo miglior spirito critico, e non prendere iniziative alimentari riguardo la bimba senza aver sentito il pediatra! Noi abbiamo un bimbo di quasi sette anni e ti capisco. Ti vedo molto desideroso di approfondire il tema alimentazione e dunque mi permetto di segnalarti anche il sito di Nico Valerio http://www.alimentazione-naturale.blogspot.com, ottimo per equilibrio scientifico, completezza e serietà. In verità Nico è avverso ai macrobiotici, ma per certi versi (molti versi) lo sono anch’io, dunque… Sappi che nel mio caso la macrobiotica stile Ohsawa-Kushi è durata pochi mesi. :-)
      A presto.

  3. Ti rinnovo i complimenti per il tuo blog, per me è il miglore e il più chiaro sulla macrobiotica,, strumento (più che dieta preferisco chiamarla strumento, mentre la dieta mediterranea tradizionale è una dieta vera e propria) che uso da circa un annetto. Anche per me è giusto parlare di una macrobiotica meditarreanea, condivido con te che gli estremi sono sbagliati così come è sbagliato interepretare alla lettera come integralisti la macrobiotica orientaleggiante di Ohsawa senza considerare lo “spazio”. Permettimi di fare un’osservazione: mio nonno e il mio bisnonno non hanno mai usato il tamari come condimento, e non hanno mai mangiato il tofu. Se consideriamo però la storia del’uomo, addirittura 11 mln di anni, possiamo dire che noi mediterrranei il pomodoro non l’abbiamo mai mangiato perchè cinquecento anni sono il nulla su 11 mln. Però il pomodoro è coltivabile da noi, il pomodoro contiene, vitamine, sali minerali tanto che è un prodotto simbolo della dieta mediterranea. Se consideriamo l’adattabilità di un prodotto alla nostra terra non possiamo non dire che la soia non possa integrarsi alla dieta mediterranea. Per cui la soia (e quindi i suoi derivati) è come il pomodoro. E’ sbagliato mangiare sempre tofu, tempeh, usare sempre il miso e il tamari perchè il libro bianco della macrobiotica li consiglia, ma per contro è sbagliato non considerarli . La soia cresce in Italia? Si! E’ potenzialmente possibile fare il tofu, il tamari.. Per cui un consumo saltuario di questi cibi a mio modo di vedere è ammissibile anche perchè il tamari, ad esempio, ha proprietà molto interessanti.

    Saluti
    Stefano

    • Stefano hai centrato il punto: la macrobiotica è un metodo e un modello, che si occupa dello stile di vita in generale e dunque anche (ma non solo) dell’alimentazione, che in fondo è per noi un’alimentazione naturale basata sulla dieta mediterranea antica. Come saprai concordo sul pomodoro, e dunque anche sulla soia.
      Grazie e ciao.

    • Non sono affatto convinto sulla soia e sul pomodoro. La prima è sconsigliata per certe sostanze tossiche che verrebbero annullate soltanto da una lunga fermentazione (ottendendo tamari e miso). Inoltre, allo stato attuale, si trova quasi esclusivamente quella transgenica. Tralasciamo poi che è coltivata massivamente in Brasile dalle multinazionali, sottraendo fasce boscate immense e rimborsando i coltivatori in maniera miserabile…
      Il Pomodoro era coltivato dai Maia soltanto per motivi estetici. Il fatto che sia coltivabile da noinon vuol dire automaticamente che sia ottimo per la nostra salute. Contiene (come peperone, melanzana e patata) solanina: una sostanza tossica con la quale fare attenzione. Grazie. Francesco M.

      • Ma no, tutti luoghi comuni. A parte che la soia non è proprio nelle mie grazie, le sostanze della soia a cui ti riferisci penso siano i fitati (vedi il mio post), niente di tossico. Non è vero poi che si trova solo quella transgenica, perbacco.
        Sui pomodori, vedo che non hai ancora letto il post su solanina e solanacee… ti rimando a quello.

        Ciao.


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